
Discopatia
Prove crescenti suggeriscono che la degenerazione del disco intervertebrale è una malattia dell’intera articolazione associata a un’infiammazione significativa.
I segni di degenerazione sono molto comuni nella popolazione generale (più del 70% degli adulti) e non sempre sono direttamente correlati alla sintomatologia. Sebbene il dolore sia spesso associato alla degenerazione del disco, spesso sono presenti anche in individui con degenerazione ma senza dolore.
La degenerazione del disco presenta un’eziologia complessa. Una volta si pensava che fosse il risultato di una semplice “usura”. I fattori meccanici, inclusi il carico di compressione, lo stress di taglio e le vibrazioni, possono tutti contribuire alla degenerazione del disco ma anche l’invecchiamento, la genetica e i disturbi metabolici (ad esempio obesità, diabete) possono contribuire alla degenerazione del disco.
Il disco intervertebrale consente alla colonna di “subire” un ampio movimento multidirezionale nonché di assorbire, dissipare e trasmettere energia lungo la colonna vertebrale.
Queste capacità sono dovute alla complessa interazione tra due tessuti morfologicamente, biomeccanicamente e biochimicamente distinti: l’anello fibroso e il nucleo polposo.
L’anello fibroso è costituito da anelli concentrici altamente organizzati di materiale fibrocartilagineo che circondano il nucleo polposo. Al contrario, il nucleo polposo è costituito da una matrice idratata e disorganizzata, ricca di proteoglicani e collagene.
Il mantenimento in salute di nucleo polposo e anello fibroso si basa sullo scambio nutrizionale attraverso strutture cartilaginee e ossee, poiché i dischi adulti sani sono innervati solo superficialmente e sono prevalentemente non vascolarizzati.
Cosa succede durante la degenerazione dei dischi.
Il disco intervertebrale diventa più disorganizzato e la distinzione tra anello e nucleo diventa meno evidente e questo riduce direttamente la capacità di idratazione del disco in toto.
Con l’avanzare della degenerazione, anche le alterazioni nella struttura, nel tipo e nella distribuzione delle fibre di collagene e proteoglicani e acqua incidono sulla funzione del disco con conseguente diminuzione dell’integrità meccanica, della competenza e dell’altezza del disco.
Perchè fa male – e non passa.
In primo luogo, la ridotta altezza, il rigonfiamento e/o l’ernia del disco possono provocare la compressione meccanica nelle radici dei nervi spinali.
In secondo luogo, quando i dischi degenerano e perdono l’integrità strutturale, l’ambiente infiammatorio non è più contenuto all’interno del disco e può avere un effetto collaterale sulle fibre nervose vicine, aumentando potenzialmente il dolore.
In terzo luogo, l’instabilità spinale e l’infiammazione locale secondaria alla degenerazione discale possono provocare infiammazione e tensione meccanica nei tessuti adiacenti come articolazioni delle faccette, legamenti e muscoli spinali.
Infine, l’aumento della vascolarizzazione e della crescita neurale accompagna la degenerazione discale; perchè questi cambiamenti sono esacerbati e incrementano l’espressione di mediatori pro-infiammatori e pro-nocicettivi da parte delle cellule all’interno dei dischi mentre degenerano, compresi i fattori prodotti e rilasciati da macrofagi.
Insomma un incendio che, se fuori controllo, si autoalimenta.
I livelli di macrofagi all’interno del disco aumentano insieme alla degenerazione dell’IVD
Come parte del sistema immunitario innato, i macrofagi eliminano i corpi estranei dai tessuti, compresi gli agenti patogeni e le particelle di usura rilasciate dagli impianti articolari, attraverso un processo chiamato fagocitosi. ( letteralmente mangiano il microbo e lo portano da un altra parte del corpo “ digerito) Oltre alle particelle inerti e ai microbi, i macrofagi fagocitano e rimuovono le cellule disfunzionali, le cellule cancerose e quelle “vecchie” all’interno del corpo e parte dei prodotti di rifiuto durante il processo di rigenerazione dei tessuti.
Purtroppo, una maggiore vascolarizzazione può facilitare l’invasione delle cellule immunitarie durante la degenerazione del disco.
Esiste una necessità fondamentale di identificare i meccanismi che promuovono il dolore durante la degenerazione del disco. I macrofagi facilitano il dolore producendo una serie di prodotti genetici, ma essi partecipano in modo utile e necessario nei meccanismi patologici critici durante la degenerazione del disco per mantenere l’integrità della matrice extracellulare nonchè per la salute/omeostasi del disco.
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